Il filosofo consulente

La filosofia è, alla lettera, amore per la sapienza. Cifra della consulenza filosofico-esistenziale è l’attitudine a filosofare intorno alle problematiche della vita personale. Atteggiamento di vita dal quale conseguono benefici di vario tipo per il singolo e per i gruppi nell’esperienza quotidiana. Il professionista che svolge questa attività per gli altri è prima di tutto abituato ad applicarne i procedimenti, la misura e le condizioni a sé stesso. Il consulente filosofico o, per meglio dire, il filosofo consulente è dunque una persona che pratica la via della saggezza e, lungo la via, ne fa pratica.

In questo senso, anche, risultano talora difficili o non sufficientemente complete le descrizioni generali e l’esposizione delle procedure proprie della consulenza filosofica la cui prassi si connota specificamente sul piano dell’“essere” del filosofo stesso nonché del suo “essere in relazione” nello svolgimento dell’attività di consulente: la quintessenza della consulenza filosofica è il filosofo consulente e l’essenza della pratica si concretizza nella realtà dell’incontro, unico e irripetibile, tra un filosofo consulente e i suoi ospiti.

Episteme di una figura professionale

Per conseguire il titolo di consulenti filosofici è necessario essere laureati in filosofia, in lettere, in psicologia, in scienze dell’educazione e della formazione o comunque in discipline umanistiche e avere frequentato un successivo master universitario di specializzazione in consulenza filosofica oppure percorsi pluriennali erogati da associazioni professionali.

Entrambi i consulenti di “EUDAIMONÌA studio” si sono specializzati in Consulenza Filosofica e Antropologia Esistenziale frequentando il master dell’Università Europea di Roma e successivamente hanno perfezionato la propria formazione conseguendo il titolo di Counselor Esistenziali presso l’Istituto di Scienze Umane ed Esistenziali di Napoli. Sono iscritti al registro professionale di Asso-ISUE, riconosciuto dal MiSE, e con la medesima associazione svolgono continua attività di ricerca e di aggiornamento professionale.
Per leggere nel dettaglio i curricula dei due professionisti cliccare sui nomi: Francesca Guercio Federico Levy.

È bene tenere presente che benché imprescindibili i curricula studiorum costituiscono solo l’aspetto istituzionale della professione. Buon consulente infatti è soltanto chi abita filosoficamente sé stesso e ogni circostanza della propria vita prima di mettere la propria cultura, il proprio sapere, la propria esperienza in rapporto agli altri e al servizio degli altri.

Essere filosofi dell’esistenza

Essere filosofi significa assecondare una vocazione, rispondere «Sì» a un daimon prepotente che esige di interrogare ogni aspetto dell’esistenza. È un viaggio impegnativo, meraviglioso e appagante che si nutre del connubio tra quel senso di ebbrezza donato da un’intima libertà individuale e la consapevolezza di una responsabilità sociale: perché filosofare comporta il sentirsi ingaggiati in prima persona in una ricerca della verità e della saggezza che non prevede dogmi di sicurezza e non fa sconti. In un ardente “andare oltre” che scardina tradizioni, luoghi comuni e pregiudizi anche quando siano comodi e tranquillizzanti, che combatte ogni forma di ignoranza e mediocrità per il bene proprio e della collettività.

Essere filosofi nel senso proposto dalle pratiche della consulenza significa muoversi lungo le molteplici direzioni della ricerca personale e universale mantenendo aperto il dialogo tra l’una e l’altra, con la consapevolezza che la prima costituisce il banco di prova delle proprie riflessioni e delle proprie azioni, il luogo privilegiato di un orizzonte di senso profondo in cui trovare autenticità.

A partire da questa spinta di fondo si acquisiscono nel tempo specifici “atteggiamenti filosofici”, “competenze filosofiche” e “conoscenze filosofiche” che derivano dal proprio peculiare esercizio, costante e rigoroso. Ciò che costituisce l’identità del ricercatore che da filosofo si fa, poi, seguendo i previsti ordini di studio, filosofo consulente.

Atteggiamenti filosofici del consulente

Gli atteggiamenti sono modi di porsi, radicati nella personalità. Abiti per la mente e per i costumi etici e relazionali che esitano negli stili di conduzione del dialogo.

Atteggiamento socratico

Quando si pensa a un filosofo generalmente viene in mente una persona che sa tante cose. Eppure l’atteggiamento fondamentale del filosofo consulente è quello socratico: l’unica cosa che “sa” è “di non sapere”. Il filosofo consulente inizia ogni incontro con totale disponibilità all’ascolto.

Atteggiamento maieutico

Con Socrate, il filosofo consulente è anche “maieuta” del pensiero e dell’esistenza. Lungi dall’indicare cosa sia giusto o sbagliato s’impegna, piuttosto, ad aiutare i clienti a “partorire” i proprii pensieri e a prendersene cura. In tal modo favorisce la realizzazione esistenziale nel contesto di autodeterminazione più proficuo possibile.

Atteggiamento non giudicante

Poiché è costantemente in ricerca, il filosofo sospende i propri giudizi personali e mette tra parentesi la propria visione del mondo per far posto a riflessioni e ragionamenti da svolgere insieme ai clienti. Per questo motivo in seduta di consulenza si può parlare di qualsiasi cosa.

Sguardo aperto e meravigliato

il filosofo porta con sé un atteggiamento di “meraviglia” nel senso indicato da Platone nel Teeteto e da Aristotele ne La metafisica: un sentimento di stupore che sgomenta e affascina e che sempre garantisce apertura incondizionata nei confronti della singolarità della situazione, dell’idea, del pensiero. È il principio di una ricerca piena di pathos, di una sensibilità alle condizioni emotive dell’essere, di un’attitudine a pensare criticamente e liberamente sviluppando punti di vista innovativi.

Competenze filosofiche del consulente

Il cursus studiorum del filosofo consulente prevede una lunga e articolata formazione sia nella storia della filosofia sia nella storia delle idee. Le opere filosofiche classiche e contemporanee sono fonti doviziose dove attingere contributi originali e potenzialmente risolutivi per i casi concreti che si presentano in consulenza. La saggezza depositata nei secoli dalla tradizione filosofica viene contestualizzata in relazione ai casi concreti della vita delle persone. Alcune competenze risultano, in questo senso, particolarmente sviluppate:

Competenze logico argomentative

pensare bene in senso filosofico significa mettersi in condizione di analizzare qualunque questione con perizia, ampiezza e profondità nonché di stabilire connessioni tra elementi diversi. Inoltre il filosofo consulente conosce i principi di una argomentazione accurata e bada a mantenere corretti e fondati i processi di pensiero sviluppati durante le sedute.

Competenze dialettiche

la dialettica è, storicamente, l’arte di contrapporre visioni differenti come metodo per procedere nella ricerca della verità. In tal modo il filosofo consulente riconosce e distilla la purezza dell’idea anche quando nell’interlocutore che espone la propria problematica l’elaborazione del pensiero e la comunicazione che ne consegue risultino in superficie confuse e contraddittorie. La lezione hegeliana della dialettica moderna diviene allora capacità di pensare attraverso affermazioni, negazioni e nuove affermazioni.

Competenze relazionali e dialogiche

Socrate si definiva un maieuta dell’anima e il filosofo consulente fa propria questa missione: aiutare i consultanti a partorire i propri processi di pensiero e le proprie idee nel rispetto incondizionato della dignità e unicità di ciascuno, immerso nel proprio mondo di possibilità. Per assolverla al meglio, nella conduzione del dialogo i filosofi consulenti di “EUDAIMONÌA studio” si attengono ai principi della logoanalisi coscienziale, una metodica comunicativa che ha come base teorica la grammatica generativa di Noam Chomsky ed è stata codificata all’interno dell’Istituto di Scienze Umane ed Esistenziali di Napoli. Tra le varie prerogative, quest’ultima contempla la proprietà di facilitare la “pulizia” del canale comunicativo lavorando sulla emersione e chiarificazione dei significati dei dialoganti così da evitare fraintendimenti. I consulenti di “EUDAIMONÌA studio” rispondono poi al principio filosofico dell’epoché, il precetto di sospendere il giudizio e mettere tra parentesi le proprie opinioni personali risalente al pensiero scettico e rielaborato da Edmund Husserl, fondatore della fenomenologia.

Competenze in materia di etica esistenziale

La storia delle idee in materia di etica è così lunga, vasta, articolata e differenziata che il filosofo consulente è la figura professionale più competente nelle questioni della vita quotidiana che comprendano o mettano in gioco aspetti legati alla condotta morale, alla giustizia, alla correttezza, al bene, alle virtù, alla liceità, all’iniquità, alle regole. Aspetti tutti che, assai più spesso di quanto non si creda, sono alla base del nostro operato comune. Che ce ne accorgiamo o meno, infatti, hanno a che fare con il nostro sistema etico: il modo in cui interagiamo con il partner, con i familiari, con gli amici, sul lavoro e nello sport; ciò che ci aspettiamo dagli altri e ciò che siamo disposti a dare; ciò che tolleriamo appena e ciò verso cui avvertiamo nettamente la propensione o il disprezzo; la decisione di rimanere in una relazione (personale o professionale) oppure di chiuderla; la scelta tra diverse opzioni in qualunque campo; le circostanze e le persone con cui ci sentiamo a nostro agio e quelle che ci fanno stare male. Portare a consapevolezza la natura, l’origine e la struttura dei nostri presupposti morali aiuta a risolvere molti dei disagi che un individuo patisce nel corso della propria esistenza. Il filosofo consulente pone particolare attenzione al sistema Valori, Significati e Scopi del cliente senza invadere la sfera della sua autonomia, nel rispetto dei principi di dignità e autodeterminazione della persona umana.

Competenze in materia di metafisica esistenziale

Un filosofo consulente ha dimestichezza con le questioni metafisiche che riguardano l’esistenza umana al netto di orientamenti religiosi, criteri dogmatici, predilezioni o rifiuti nei confronti di dottrine e credenze spirituali. Le abita personalmente e accompagna i clienti nell’affrontarle, cogliendo i nessi che le legano ai vissuti esperienziali. Le competenza in materia di metafisica esistenziale permettono al filosofo consulente di accogliere e accompagnare chi voglia intraprendere un percorso di chiarificazione e ricerca interiore su questioni come la fede, l’anima, l’esistenza di Dio, un senso cosmico dell’esistenza, i fenomeni miracolosi, le discipline esoteriche in maniera del tutto aconfessionale.

Competenze fenomenologiche

La fenomenologia è disciplina filosofica che consiste nell’adottare uno sguardo aperto a ogni fainòmenon (“ciò che appare”, in greco; da cui l’italiano “fenomeno”) rispettandone la specificità. Adottando il principio dell’epoché, ovvero della sospensione del giudizio, il fenomenologo cerca una via di accesso alla verità attraverso la descrizione anodina di ciò che gli arriva. Queste competenze permettono al filosofo consulente di avvicinarsi alla visione del mondo degli interlocutori mettendo tra parentesi i propri preconcetti e accogliendo la verità dell’altro senza ridurla alla propria. La pratica costante dell’approccio fenomenologico fa sì che il filosofo consulente relativizzi non soltanto il proprio punto di vista bensì anche il proprio modo di sentire, di percepire, di osservare e di immaginare in un’apertura leale alla comprensione dell’essere-nel-mondo dell’altro.

Competenze ermeneutiche

L’ermeneutica è, da Aristotele in poi, l’arte di interpretare testi e discorsi. Interpretare significa andare al di là della lettera e schiudere il discorso sia alla molteplicità dei significati sia alle altrettanto molteplici relazioni tra essi. La pratica ermeneutica permette al filosofo consulente di attingere alla sfera dei significati espressi dal cliente cogliendone le interconnessioni linguistiche, simboliche, emozionali e metaforiche. Seguendo le prospettive indicate da Hans-Gerog Gadamer e da Paul Ricoeur il filosofo consulente sa come permanere nel circolo ermeneutico nei processi di comprensione della realtà.

Esercizi spirituali

il consulente filosofico ha conoscenza degli esercizi spirituali dell’antichità, mutuandoli da stoicismo, epicureismo, cristianesimo, come vie per allargare il campo di consapevolezza della coscienza. Ne fa un uso non dogmatico né sapienziale, ma utile come viatico per l’attività di ricerca filosofico-esistenziale.

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