Consulenza filosofico-esistenziale: a chi si rivolge

La consulenza filosofico-esistenziale e le pratiche filosofiche proposte da “EUDAIMONÌA studio” sono adatte a tutti  (a partire dai tredici anni). 

Chiunque infatti trae beneficio dal filosofare e ogni percorso è a sé – unico e irripetibile – perché si muove a partire dall’unicità e dall’irripetibilità della persona. 

In questa pagina mostriamo una panoramica di situazioni che possono senz’altro beneficiare di un approccio filosofico-esistenziale per migliorare la propria qualità della vita. 

Età e mondi della vita

Adolescenza e giovani

La filosofia occidentale nasce con Socrate, un rivoluzionario che nel I secolo avanti Cristo finì con l’essere condannato dal tribunale di Atene per “corruzione dei giovani”. Questo perché il suo apostolato era una pratica di libertà e il suo messaggio un appello a non adeguarsi alle forme imposte bensì a stare nella vita con spirito di ricerca, gusto per la conoscenza di sé e interrogazione appassionata della realtà. 

La consulenza filosofico-esistenziale è un ritorno a quelle origini anticonformiste. Non è terapia, non è un progetto educativo, non è catechesi. La consulenza filosofico-esistenziale è un’occasione per  esplorare l’esistenza (e per esplorarsi in essa) al netto del “buon senso” e, dunque, con piena apertura a ogni nuovo, possibile senso! 

Nelle età delle grandi domande che preludono ai primi orientamenti esistenziali, nelle età della costituzione della propria visione del mondo, nelle età degli idealismi, dei nichilismi, degli eccessi e delle contraddizioni il desiderio di libertà e quello di sicurezza si contendono gli animi. La contemporaneità liquida – quando non addirittura gassosa! – esige a parole quei valori che nega nei fatti e il progressivo sgretolarsi dell’istituzione scolastica non riesce nemmeno più a fornire quelle risposte di erudizione che nel loro nozionismo costituivano, almeno, fino a qualche decennio fa, una base sicura a partire dalla quale costruire un’autonomia di conoscenza.  Così lo studio, le relazioni, l’approccio al mondo del lavoro, i dubbi sulla propria identità sociale divengono questioni più che mai pressanti e angoscianti. 

Durante gli incontri di consulenza filosofica, individuali e di gruppo, si crea uno spazio di espressione, di ascolto e di riflessione franco e incondizionato, estraneo a ogni istanza normativa o psicoeducativa. Uno spazio filosofico, appunto: nel quale aprirsi al senso di quel che c’è, ivi compreso quell’innegabile e multiforme “disagio” proprio dell’età adolescenziale e giovanile: una scontentezza del mondo, una polemica feconda da cui soltanto può prendere corpo e misura l’adultità futura. 

Anziani

«Ecco che da giovani come da vecchi è giusto che noi ci dedichiamo a filosofare. Per sentirci sempre giovani quando saremo avanti con gli anni» scrive Epicuro nella famosa Lettera a Meneceo sulla felicità. E continua spiegando che chi sostiene che a un certo punto sia troppo tardi per farlo è come se andasse dicendo che l’occasione per essere felici è un momento che passa.

Per il filosofo greco fondatore della scuola che da lui prende il nome lo spirito filosofico ringiovanisce l’anima nella consapevolezza. Perché tiene vivo il fuoco delle domande e aiuta a elaborare un passato ricco di esperienze. La terza età è quella della saggezza acquisita con l’esperienza, quella saggezza conquistata giorno per giorno, spesso sofferta e destinata a elaborare bilanci, a incontrare le questioni ultime dell’esistenza. Età meravigliosamente disponibile alla profondità e in cui la solitudine e l’assenza di fretta facilitano la riflessione e l’ascesa meditativa. 

In questa fase dell’esistenza il filosofo consulente diviene un buon compagno di viaggio, un esploratore con cui condividere il senso delle esperienze dell’intera vita e un interlocutore perspicace con il quale elaborare, laicamente, i temi legati al senso ultimo dell’esistenza e dell’Oltre. 

Il mondo del lavoro

L’attività lavorativa comporta una molteplicità di aspetti sui quali gli individui sono chiamati a elaborare con chiarezza punti di vista, bisogni, attitudini, vocazioni, disponibilità e intolleranze allo scopo di non ritrovarsi sommersi da insoddisfazioni oppure da ambiguità difficili da definire ma dolorose da vivere.  

Posizioni di leadership complesse e ruoli gregari massificanti, esigenze di produzione e organizzazione, pretese di ideazione, concordanze di finalità e rendimento degli obiettivi: ogni aspetto può essere indagato come fonte di disagio e frustrazione ma anche come spunto per avviare una più piena espressione di sé attraverso la propria occupazione. 

Al mondo del lavoro la consulenza filosofico-esistenziale offre la potenza creativa e analitica del pensiero per riflettere meglio e di più intorno a problematiche quotidiane. Pensare bene consente di risparmiare e di investire meglio tempo, energie e risorse. Elaborare i vissuti emotivi consente di abitare gli spazi professionali sentendosi a proprio agio.

Precari e disoccupati possono trovare nel filosofo consulente non soltanto l’interlocutore ideale per indagare, attraversare e trattare i significati esistenziali della instabilità e della mancanza di prospettive ma anche una persona insieme alla quale individuare risorse interiori sopite e rimaste inespresse così da avviare nuove intraprese. 

Il successo sociale non è un merito né una colpa bensì soltanto una delle possibili condizioni dell’esistenza e ogni esperienza così come ogni manifestazione “pubblica” di sé stessi merita di essere osservata da una prospettiva più ampia che guardi all’ordine generale delle cose. 

Il mondo della scuola

Che si sia insegnanti, studenti, amministrativi, tecnici o ausiliari vivere oggi il mondo della scuola significa sperimentare ogni giorno gli squilibri di una realtà disorientata e disorientante, che sembra avere perso perfino la sua stessa ragion d’essere. I consulenti filosofico-esistenziali di “EUDAIMONÌA studio” hanno lavorato in numerosi progetti interni alle istituzioni scolastiche soli e in partnership con diversi professionisti (mediatori e assistenti sociali, psicologi, artisti…) e condividono l’urgenza di impostare un nuovo orientamento, originale e versatile con il quale affrontare il disagio presente e prepararsi al futuro. Per la consulenza filosofico-esistenziale, contribuire al  reperimento di esigenze e significati in sintonia con le dinamiche contemporanee significa interrogare gli attori stessi del cambiamento in atto (quanti frequentano il mondo della scuola, con qualunque ruolo) in un ascolto privo di pregiudizi e di obiettivi predeterminati, così da riorganizzare fondamenti e valori che tengano conto della vocazione primaria della scuola, ovvero di ospitare e formare individui colti, consapevoli, riflessivi e in grado di abitare la realtà con intelligenza, sensibilità, etica.

La consulenza filosofica offre, solo tra i molti linguaggi di “cura” dell’uomo, uno spazio di incontro tra esistenza e cultura. Quello spazio che il mondo della scuola reclama, giustamente, da tempo ma senza ascolto. 

Coppie e famiglie

Essere partner

Partner è termine di origine latina e indica l’“essere parte” all’interno di un rapporto a due; generalmente di natura sentimentale e sessuale ma anche professionale. Essere partner significa dunque permanere insieme all’altro come elemento di tenuta della coppia. Il senso di questo tenersi insieme è strettamente connesso a valori, significati e scopi della vita e, in tal senso, la vita di coppia è eminentemente questione filosofica! In consulenza la dimensione esistenziale dei “partner” viene indagata e scandagliata a partire dalle rispettive visioni del mondo, che possono così incontrarsi su un piano di più profondo confronto e consapevolezza. 

Oltre alle sedute tradizionali “EUDAIMONÌA studio” ha strutturato per le coppie un percorso speciale di dieci incontri della durata di 2 ore ciascuno con la conduzione di due consulenti filosofico-esistenziali. Per saperne di più vai al link: Cosmologia dell’amore di coppia.

Essere genitori

Essere genitori è un’avventura meravigliosa e impegnativa. Certamente resa particolarmente complessa in questa contemporaneità fluida. Tuttavia la moderna proliferazione esponenziale di progetti di parent training rischia di trasformare questa comune esperienza umana in una sorta di competizione dalle regole prestabilite. Sembrano infatti restringere il campo delle possibilità di declinazione delle singolarità che entrano in relazione nel rapporto genitore/figlio la disamina degli “stili” genitoriali e la loro riduzione a modello, la compilazione di obiettivi accompagnata da risposte nette e l’indicazione dogmatica di vie per la resilienza. Anche in questo campo il modello proprio della consulenza filosofico-esistenziale, centrato sulla messa a punto degli interrogativi del singolo piuttosto che sulla redazione di regole che si pretendono universalmente efficaci, si propone come alternativo, libero, ragionato, non banale. Essere genitore non è una questione di addestramento tra criteri normativi bensì di propensione alla duttilità nell’ascolto dell’altro e di sé, di presenza totale alla “domanda” che va attraversata ed elaborata. Un “buon” padre e una “buona” madre non sono studenti modello di sistemi derivati dalle medie comportamentali bensì filosofi della genitorialità!

Essere figli

Il primo trattato di etica della storia, scritto da Aristotele, è dedicato al figlio Nicomaco. Per amore di un figlio, dunque, la filosofia ha mosso i primi passi nella riflessione intorno alla vita buona.
Ma qual è la filosofia di Nicomaco? Quali le sue valutazioni sui modelli illustrati dal genitore nei dieci libri che compongono la raccolta; sulla madre Erpillide, compagna probabilmente mai sposata dal padre; sul sistema familiare che comprendeva una sorella nata dal primo matrimonio di lui?
Per sua natura, la consulenza filosofica è presente sempre alla condizione “singolare” di esperienze “universali” ed è pertanto in ascolto aperto di ciascun figlio nella propria peculiare contingenza esistentiva. In quanto fatto ineludibile, l’essere figli è uno stato densamente costituivo del proprio rapporto con il mondo. Infatti, anche fare prova di un genitore fisicamente assente (deceduto o comunque lontano, mai conosciuto o distanziatosi) comporta in ogni caso una “forma di relazione”.
Con la cura discreta dovuta a uno stato personale tanto rilevante e quasi sempre critico, il filosofo consulente mette a disposizione la propria professionalità per illuminare i tratti che fondano l’orizzonte etico-esistenziale del cliente nella propria qualità di figlio e ampliarli nella direzione di una maggiore consapevolezza e libertà. Sia che si tratti di un adolescente in formazione o di un giovane che si sta emancipando dalla famiglia d’origine, sia che si tratti di un adulto che in qualche modo torna a essa dopo un’esperienza di vita autonoma, perché costretto dalle circostanze (difficoltà economiche in seguito a una separazione, accudimento dei genitori malati o anziani ecc.)

Prendersi cura

Amore di sé? Dedizione a una causa? Ruoli da caregiver?
Tutto questo e molto di più ha a che fare con il tema della “cura”. Tema esistenziale per eccellenza. Variamente affrontato, interrogato, attraversato negli oltre duemila anni di storia della filosofia. Per Martin Heidegger esso è addirittura la condizione originaria e primaria dell’essere-nel-mondo.
Il modo in cui la questione vitale della cura si insinua tra le pieghe delle singole esistenze ne indica l’orizzonte delle predisposizioni e dei bisogni, anche quando si manifesti in forme difettive. Prendersi cura, chiedere cura, essere o non-essere nella cura degli altri, di sé, del mondo sono modalità che aprono le porte alla visione di sé stessi e di sé stessi in relazione così come alla visione dell’altro e dei rapporti che costituiamo. Attraverso l’idea che ciascuno ha del dare e del ricevere cure passa un’intera filosofia privata!
C’è poi una domanda che diviene spesso centrale per quanti si pongono nel mondo con disponibilità all’accudimento: chi dà cura è altrettanto capace di riceverne?
E come si trasforma un’esistenza nei suoi ritmi quotidiani e nelle sue manifestazioni corporee, emotive, mentali quando una circostanza esistenziale in qualche modo “chiama” alla cura o la esige in maniera totalizzante; per esempio nei casi in cui sia necessario sottrarre attenzioni agli altri perché siamo noi a trovarci nel bisogno oppure, al contrario, quelli in cui un familiare o un amico richiedono assistenza assidua.
È il caso, quest’ultimo, dei caregiver che facilmente rischiano il tracollo mentale ed emotivo.
In considerazione della ricca tradizione filosofica sull’argomento, la disamina della questione della cura portata avanti nelle sedute di consulenza filosofico-esistenziale consente di affrontare con scrupolo e passione la condizione di burnout.

Le vie dell'amore

La filosofia occidentale è nata nei simposi. Uno, famosissimo per antonomasia, ha dato il titolo all’opera più letta sull’amore sensuale: il dialogo di Platone in cui Socrate ne discorre con altri convitati. Filosofare è eros allo stato puro, in tutte le sue accezioni. Anche sessuali, perché se la sessualità è domanda di unione, la filosofia si coniuga con tutto. Il Simposio platonico enumera e argomenta le tante “vie” dell’amore. Ci sono quella del corpo e quella del sentimento, c’è la via del pensiero e c’è quella dello spirito. È possibile percorrerne e sperimentarne una alla volta o farle convogliare tutte in un’esperienza unica e singolare.
Tanto più che i greci contemplavano così tante forme d’amore che pensare a Eros è appena l’inizio del viaggio alla scoperta di noi. Philia è un amore quasi inscalfibile, che comprende il sentimento dell’amicizia e ci lega ai figli, Ananke è l’amore a prima vista, Philautia è l’amore per sé stessi, Agàpe è l’amore disinteressato (tradotto in latino con Càritas), il verbo Sèbomai richiama a quell’amore che si riserva a un maestro e contiene in sé il principio della venerazione, Storgé è l’amore familiare e fraterno, Mania è un amore dai tratti ossessivi, Meràki è l’amore che mettiamo nel fare le cose che ci piacciono e attraverso le quali ci esprimiamo…
Per conoscere le nostre vie dell’amore, lo spazio della consulenza filosofico-esistenziale è quello ideale.

Conflitti e incomprensioni

«Polemos è padre di tutte le cose» scrive il filosofo greco Eraclito. Perciò perché evitare i conflitti? perché averne paura? Ma anche: perché arrendersi alla loro inevitabilità senza cavarne beneficio per sé?
Ogni sistema di relazioni è soggetto a incomprensioni e ai contrasti che ne conseguono e da ciò deriva la sua possibilità di mutare e di rinnovarsi, di farci conoscere meglio e di farci evolvere. Lo spirito filosofico non evita i conflitti e non si sforza di sopprimerli bensì, al contrario, induce a porsi al governo del loro potenziale trasformativo!
Grazie alla cura prestata agli usi linguistici e all’attenzione per l’indagine dei sistemi personali di valori, scopi e significati la consulenza filosofico-esistenziale fornisce inoltre gli strumenti per chiarire i fraintendimenti e ricomporre le fratture che ne derivano in maniera qualificativa.
L’itinerario proposto da “EUDAIMONÌA studio” sul tema del conflitto è particolarmente indicato nei dissidi di coppia e familiari e nell’ambito dei contesti scolastici e associativi.

Perdere i propri cari

Sfide della vita

Dilemmi, scelte e decisioni

L’esistenza umana è costellata di scelte. Come sottolineava Kierkegaard, anche “non scegliere” è in ultima analisi espressione di una scelta: quella, appunto, di non scegliere. In ciò consiste la più straordinaria forma di libertà individuale.
Le scelte sono pane quotidiano della vita e, dalle più banali alle più radicali, ci vengono servite sul tavolo dell’etica e della virtù.
Decidere è, dunque, senza ombra di dubbio, questione filosofico-esistenziale; che vede in campo il nostro rapporto con il mondo e al tempo stesso interroga la nostra mente, il nostro cuore e la nostra volontà. È un processo che in alcuni casi richiede forza, coraggio e quella determinazione che possono venirci soltanto dalla chiarezza interiore, perché de-cidere è – alla lettera, nell’etimo latino della parola – “tagliare via” e ogni volta che “scegliamo” oppure “scegliamo di non scegliere” rinunciamo a qualcosa, tagliamo via una o più opzioni dal nostro orizzonte di possibilità.
Sapere muoverci tra i dilemmi è pertanto un privilegio esistenziale che può diventare un onere di rilievo. Per questa ragione la figura professionale del consulente filosofico-esistenziale è quella più indicata per chi abbia problematiche o interrogativi relativi alla comprensione e alla gestione delle proprie propensioni e della propria risolutezza decisionali. Soltanto un atteggiamento autenticamente filosofico, infatti, può garantire al cliente l’attivazione di processi di riflessione che tengano conto del razionale e dell’emotivo mettendoli in dialogo, nonché il rispetto privo di giudizio della sua visione del mondo. In ogni scelta è insita la domanda circa la nostra identità e i nostri scopi della vita, così quando ci troviamo di fronte a dilemmi morali, a circostanze che esacerbano il conflitto interiore tra valori discordanti o tra valori e bisogni serve un filosofo per dipanare la complessità del cosiddetto processo di decision making aiutandoci a scegliere davvero noi stessi.

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